Lecce-Fiorentina, rivincita Cataldi: due gol per dimenticare la Lazio dopo l’addio traumatico e le polemiche sulla fascia

Lecce-Fiorentina, rivincita Cataldi: due gol per dimenticare la Lazio dopo l’addio traumatico e le polemiche sulla fascia

Ottobre 20, 2024 Off Di

Un piattone preciso dal limite dopo 20′, lo zampino sul gol di Colpani al 34′ e la prodezza su punizione a scavalcare la barriera al 45′. Di mestiere Danilo Cataldi non è un bomber, anzi, ma al Via del Mare in Lecce-Fiorentina in un sol tempo ha aggiunto altre voci alle sue caratteristiche nel giorno che sa di totale rivincita col passato laziale. Nel cuore dei tifosi della Fiorentina c’era già entrato da tempo ma ora è un idolo della Fiesole. Lui, che pensava di essere una bandiera della Lazio per sempre.

Il sofferto addio alla Lazio I retroscena con Tudor Lo sfogo di Cataldi La chiamata di Palladino

Il sofferto addio alla Lazio

Sembrava scontato che dopo l’addio di Immobile fosse Cataldi ad ereditare la fascia di capitano, e non solo per l’anzianità di servizio (dalla stagione 2014-15 alla stagione 2016-17: poi, dopo i prestiti al Genoa e al Benevento, di nuovo alla Lazio. Ha vestito 246 volte la maglia biancoceleste, segnando dieci reti e vincendo una Coppa Italia e una Supercoppa italiana con un gol nella finale con la Juventus). Invece la bandiera era stata già arrotolata a sua insaputa.

I retroscena con Tudor

La rottura era arrivata da quando Tudor aveva preso il posto di Sarri (con cui era arrivato anche ad essere convocato in Nazionale): da quel momento Cataldi ha perso, per le incomprensioni col tecnico, anche la fiducia della società che non solo gli ha negato la fascia ma l’ha di fatto messo sul mercato. Una doccia fredda per il giocatore che prima con un post sui social e poi con una conferenza d’addio ha raccontato la sua verità.

Lo sfogo di Cataldi

“Non avrei mai pensato di trovarmi a scrivere queste righe”, aveva scritto su Instagram. “La vita però è imprevedibile. Ci sorprende e ci travolge con situazioni inaspettate, impronosticabili. Succede anche nelle più belle e intense storie d’amore, come quella tra me e la Lazio. Ho coronato il sogno di ogni bambino: giocare ai massimi livelli con la propria squadra del cuore. È difficile descrivere i sentimenti di una giornata così. Amare vuol dire esserci sempre, ma a volte anche lasciar andare. Per me la Lazio è sempre venuta prima di tutto e ho sempre lottato per il suo bene. Non avrei mai immaginato un epilogo così. Adesso però è arrivato il momento di voltare pagina e di concentrarmi su una nuova sfida… Con Lazialità Danilo”.

La chiamata di Palladino

Alla Fiorentina l’ha voluto fortemente Palladino che gli ha dato da subito quella fiducia che aveva perso alla Lazio. Cataldo non è un giocatore da copertina, bensì uno di quelli che si vede poco ma si sente. Non è un campione ma un uomo di fiducia dell’allenatore che l’ha messo in squadra e non l’ha più tolto. E oggi, forse, tutti hanno capito perchè.